“Grande soddisfazione per il risultato della mozione Epifani”.
Il Segretario Generale della CGIL Piemonte Vincenzo Scudiere ha così commentato il risultato delle assemblee di base che si sono concluse venerdi.
“Sono soddisfatto per il risultato che assegna alla mozione Epifani il 71,5% del consenso. Ringrazio i delegati, i sindacalisti che hanno consentito di raggiungere questo risultato che dimostra una grande partecipazione dei lavoratori attivi e un impegno straordinario dei pensionati. I dati dimostrano che Epifani ha la maggioranza sia tra i lavoratori attivi, sia tra i pensionati. Moccia perde tra i bancari, Podda perde nella Funzione Pubblica, la FIOM mantiene la sua caratteristica alternativa”.
Nel 2008 un italiano su quattro non ha pagato le tasse!
Scritto dal Sole 24 ore
Il 27% dei contribuenti italiani – pari a poco più di 11,2 milioni – non paga l’Irpef per effetto «sia del basso reddito che delle deduzioni e delle detrazioni». È quanto emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta 2007, presentate quindi nel 2008, le cui statistiche sono state diffuse dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.
Da notare che la forte presenza di contribuenti a zero Irpef si registra nonostante rispetto al periodo d’imposta precedente vi sia stato un aumento del 2,2% del numero totale (ora 41,663 milioni) e anche un incremento del 4,2% del reddito complessivo (pari a 772 miliardi di euro) e dell’imposta netta dichiarata (pari a 142,4 miliardi di euro). Confrontato al 2006 il reddito complessivo medio (pari a 18.661 euro) è aumentato su base nazionale dell’1,9%, con un incremento minimo nelle Isole e massimo nelle regioni del Nord-est.
I contribuenti italiani hanno pagato in media nel 2008 un’Irpef pari al 18,4% del proprio reddito, pari a 4.670 euro. Inoltre, la metà dei contribuenti non supera i 15mila euro di reddito e, più in generale, il 91% dichiara redditi non superiori a 35mila euro e poco meno dell`1% dichiara redditi superiori a 100mila euro annui. Il 52% dell`imposta è pagata dal 12% dei contribuenti con redditi oltre i 35mila euro. L’analisi degli indici della progressività dell’imposta, spiega il Tesoro, mostra un lieve aumento dell’effetto redistributivo dell’Irpef tra l’anno d’imposta 2006 e il 2007.
Il tipo di reddito dichiarato, infine, deriva per il 78% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, per il 5,5% da redditi da partecipazione, per il 5% da redditi di impresa e per il 4,2% da redditi da lavoro autonomo. Tuttavia, precisa il Tesoro, i redditi da lavoro autonomo presentano un valore medio più alto (pari a 37.120 euro, circa il doppio del reddito complessivo medio), mentre i redditi da pensione quello più basso (pari a 13.436 euro).
Società di capitali +4,1%: in perdita quasi una su due, al Nord reddito positivo
Nel 2007 le dichiarazioni delle società di capitali hanno raggiunto il milione di unità, con un aumento di circa il 4,1% rispetto al 2006. L’85% sono Srl e due terzi di esse hanno una dimensione limitata, con componenti positivi Irap minori di 500mila euro. Circa la metà delle società opera in tre settori produttivi: commercio (19%), costruzioni (18%) e attività manifatturiere (14%).
Quasi una società su due risulta in perdita. Dalle statistiche emerge che «la quota di società con imposta netta positiva ha raggiunto il 52,6% del totale (circa 526.000), quota sostanzialmente identica a quella del 2006 (+0.2%)». Le società con reddito positivo sono localizzate principalmente nelle regioni del Nord. La distribuzione dell’imposta complessiva è concentrata nelle imprese di dimensioni maggiori: lo 0,8% delle società dichiara il 58% dell’imposta ed il 53% delle società minori (fino a mezzo milione di euro di componenti positivi Irap) dichiara solo il 5,3% dell’imposta.
I soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap per il periodo d’imposta 2007 sono 5.638.935 (-1,62% rispetto al 2006). Tale diminuzione, spiega il ministero, «è stata determinata anche dagli interventi giurisprudenziali e amministrativi sui requisiti di “autonoma organizzazione” dei lavoratori autonomi».
Il 70% dei soggetti Irap ha dichiarato un’imposta per un ammontare di 36,8 miliardi di euro. La distribuzione territoriale, sulla base del luogo in cui è svolta l`attività produttiva, evidenzia che il 56% dell`imposta è prodotta al Nord. Al Centro e al Sud è accentuato il fenomeno di attività svolta nel territorio di regioni diverse da quella in cui è domiciliato il soggetto passivo: al Centro l’imposta dichiarata è il 31,50% del totale e quella prodotta il 22,84%, al Sud invece il rapporto si inverte con il 9,81% di imposta dichiarata e 14,28% di imposta prodotta. (Al.An.)
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Il Numero Verde Unico della Regione Piemonte attraverso i servizi dispositivi, intende raggiungere l’utenza per mantenerla informata sulle tempistiche, sulla validazione e sull’iter procedurale di una pratica o documentazione inoltrata alla Pubblica Amministrazione. I servizi specializzati attivati riguardano la Ragioneria, il Bollo Auto, la Sanità, l’Istruzione, la Formazione ed il Lavoro, le Politiche Sociali e l’Ambiente
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Quoziente familiare? Lo Spi dice: no, grazie
Perché è il modello fiscale dell’ingiustizia: premia le famiglie ricche e danneggia quelle con redditi bassi e medi.
Perché è un meccanismo che scoraggia fortemente il lavoro delle donne
In questi giorni il Governo torna a proporre il quoziente familiare, nell’ambito di una annunciata riforma fiscale, con la falsa affermazione che si tratta di una agevolazione per tutte le famiglie. Ma la realtà è ben diversa, perchè il quoziente premia la famiglia con un reddito molto elevato in cui il marito guadagna molto più della moglie; il guadagno è massimo se la moglie non lavora. Ci perde invece una famiglia con reddito basso in cui la moglie lavora e ha un reddito vicino a quello del marito.
Facciamo due esempi di famiglie monoreddito con due figli:
– con 15.000 euro annuali di reddito perdono 2.072 euro, ovvero quasi 200 euro al mese
– con 100.000 euro annuali di reddito guadagnano 9.064 euro.
Per capire come funziona davvero il quoziente familiare ricordiamo che si ottiene con la somma di tutti i redditi della famiglia, dividendo poi il risultato per il numero dei suoi componenti, secondo determinati coefficienti. In compenso però vengono soppresse le detrazioni fiscali oggi previste per le famiglie.
Ecco perché lo Spi, che rappresenta milioni di pensionati con redditi bassi e medi, che subirebbero perdite consistenti da questa operazione, è decisamente contrario all’introduzione del quoziente. Esistono anche strumenti tradizionali, come le detrazioni e gli assegni al nucleo familiare, che producono effetti molto più equi per le famiglie, specie quelle con redditi bassi o medi che verrebbero appunto penalizzate dalla introduzione del quoziente.
Raccolta fondi per Haiti
Confindustria e CGIL CISL UIL, di fronte alla drammaticità della situazione
determinatasi a causa del sisma che ha colpito le popolazioni dei territori della
Repubblica di Haiti e in primo luogo la città di Port-au-Prince, decidono congiuntamente
di sostenere un impegno di solidarietà verso le popolazioni così duramente colpite.
A tale scopo viene attivato un “Fondo di intervento a favore delle popolazioni della
Repubblica di Haiti” nel quale, a seguito dell’invito rivolto loro da Confindustria e CGIL,
CISL e UIL, confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori pari ad 1 (una) ora di
lavoro e un contributo equivalente da parte delle imprese.
Detti contributi verranno raccolti tramite il c/c n° 8000046 Codice IBAN: IT 11 U 01030
03201 000008000046.
attivato presso Monte Paschi Siena intestato a Confindustria, CGIL, CISL, UIL FONDO
PER POLAZIONI DELLA REPUBBLICA DI HAITI, con la firma congiunta di un
rappresentante per organizzazione appositamente delegato dal rappresentante legale
di ciascuna di queste.
La raccolta dei fondi avrà termine entro il 31 luglio 2010.
Ridurre le tasse a lavoratori e pensionati
Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e da pensione, perché:
• L’Italia è al 1°posto nella classifica europea per la pressione fiscale sul lavoro (44,0%) e al 4°posto se confrontiamo la pressione fiscale generale (43,3%);
• Dal 1980 ad oggi la pressione fiscale è aumentata del 12,5% a carico dei lavoratori dipendenti e dei
pensionati, principalmente a causa della mancata restituzione del drenaggio fiscale che, solo tra il 2002 e il 2008, ha causato una perdita di 1.182 euro cumulati;
• L’aumento della pressione fiscale sul lavoro, dal 1980 ad oggi, ha prodotto sui redditi da lavoro dipendente e
da pensione una perdita annuale mediamente di 3.285 euro, pari a circa 274 euro mensili in meno in busta paga.
Lunedì 11 gennaio 2010, come da mandato del Direttivo del 22 dicembre 2009, la Segreteria ha formalmente inviato al Governo le proposte per aprire un tavolo di confronto per la riforma fiscale.
Nel sostenere le nostre proposte rendiamo evidente che il costo della riforma è di circa 1,5 punti di PIL, da attuarsi in un triennio. L’obiettivo principale della proposta di riforma è quello di ridurre significativamente il carico fiscale che grava sui lavoratori dipendenti e sui pensionati attraverso un intervento immediato sui redditi da lavoro dipendente e da pensione (500 euro entro marzo 2010), sostenendo così la domanda interna. L’obiettivo è quello di avviare la riforma strutturale per diminuire le tasse mediamente di 100 euro mensili nel corso del prossimo triennio ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle famiglie con reddito medio – basso, generando così una maggiore giustizia fiscale.
In questo quadro la CGIL propone:
• Un Patto fiscale con tutti i contribuenti onesti. Occorre affrontare una volta per tutte ed in maniera determinata il fenomeno dell’evasione fiscale. L’incremento delle entrate attraverso il contrasto all’evasione fiscale è uno strumento indispensabile per la produzione di risorse necessarie alla realizzazione di qualsiasi progetto di riforma fiscale;
•La revisione della struttura dell’IRPEF, a partire dal superamento strutturale del drenaggio fiscale: l’incremento
della detrazione da lavoro dipendente e l’uniformità della detrazione da pensione a quella del lavoro dipendente;
l’innalzamento e l’unificazione delle attuali quote esenti per i redditi da lavoro e da pensione; la riduzione della
prima aliquota dal 23% al 20% per favorire i redditi medio-bassi e della terza dal 38% al 36%; la costituzione di
uno strumento di sostegno unico per le famiglie con figli che integri gli attuali Assegni per il Nucleo Familiare e le
detrazioni IRPEF per figli a carico; un bonus fiscale per coloro che non sono in grado di usufruire appieno delle
detrazioni spettanti (gli incapienti);
•L’armonizzazione a livello europeo del livello di tassazione sulle rendite al 20%. In Europa (EU-25) il livello di
tassazione sulle rendite non è inferiore al 20%. La scelta in Italia di una sola aliquota intermedia (oggi sono due
rispettivamente al 12,5% e al 27%) ridurrebbe la distanza tra prelievo finanziario e prelievo sul lavoro dipendente (aliquota media 25%);
• La costituzione di una nuova Imposta sulle Grandi Ricchezze, ad aliquota progressiva, sulla base del modello
attualmente vigente in Francia che prevede una soglia intorno agli 800 mila euro di patrimonio netto imponibile
per essere soggetti alla “Imposta di solidarietà sulla fortuna”;
•Misure fiscali a sostegno delle nuove generazioni anche nell’ambito di nuove professioni, partendo da
agevolazioni fiscali per favorire attività di studio, formazione e creatività, nonché per superare forme di tassazione improprie;
• Fermo restando che l’insieme delle proposte da noi avanzate affronta principalmente le condizioni di lavoratori
e pensionati, riteniamo che, per quanto concerne la tassazione sulle imprese, vadano previste forme di credito di
imposta automatico sugli investimenti in ricerca, innovazione e formazione, nell’ambito di un sistema di fisco
premiale per le imprese finalizzato alla loro capacità di creare occupazione aggiuntiva di buona qualità (stabile).
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