Archivi per ‘Articoli’

40 anni!

category Articoli 1 Agosto 2020

Dopo 40 anni dalla strage nella stazione di Bologna abbiamo gli esecutori ma i mandanti restano ancora oscuri e nascosti da pesanti coltri di depistaggi, reticenze e da oscure manovre, a cui si sono prestati e a volte ne sono stati anche i promotori apparati dello Stato e altissimi gradi delle forze armate e dei servizi cosiddetti “deviati”. Anche in questo caso mele marce?

Solo negli ultimi tempi (ancora da un armadio della vergogna) sono venuti alla luce documenti che evidenziano il ruolo di Licio Gelli e della sua creatura la loggia P2 come finanziatore e stratega di una terribile stagione di attentati e stragi fasciste.

La verità e la ricerca di tutte le responsabilità anche politiche non può mai andare in prescrizione, compito di tutti, Stato e cittadini è quello di non abbandonare mai la ricerca e il perseguimento della giustizia.

Michele ucciso da una realtà che distrugge i sogni

La denuncia dei genitori: “Nostro figlio ucciso dal precariato, il suo grido simile ad altri che migliaia di giovani probabilmente pensano ogni giorno di fronte a una realtà che distrugge i sogni”. Michele ha scritto: “Non posso passare il tempo a cercare di sopravvivere”. Ecco il suo scritto-denuncia

Con questa lettera un trentenne friulano ha detto addio alla vita. Si è ucciso stanco del precariato professionale e accusa chi ha tradito la sua generazione, lasciandola senza prospettive. La lettera viene pubblicata per volontà dei genitori, perché questa denuncia non cada nel vuoto: «Di Michele – dice la madre – ricorderemo il suo gesto di ribellione estrema e il suo grido, simile ad altri che migliaia di altri giovani probabilmente pensano ogni giorno di fronte ad una realtà che distrugge i sogni»

Leggi la lettera di Michele

Lo Spi Cgil verso il congresso

category Articoli, Congresso 18 Febbraio 2014

In Cgil il confronto sindacati pensionati/onorevoli

Alla nuova giunta Cota chiediamo l’abolizione del ticket

category Articoli 25 Maggio 2010
Si è tenuta a Torino l’assemblea unitaria dei direttivi regionali dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Piemonte. All’ordine del giorno le «Proposte per il rilancio della vertenzialità dei pensionati» a tutela delle condizioni di vita degli anziani e dei non autosufficienti nel territorio piemontese.
Nel documento, dal quale ha preso spunto l’iniziativa elaborata dalle segreterie di Spi, Fnp, Uilp nel gennaio 2010, ben prima delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, sono indicati due terreni sul cui mettere in pratica le idee del sindacato: la Regione, che individua nel governo l’interlocutore di riferimento, e il territorio locale, i cui riferimenti sono le amministrazioni locali, gli enti gestori per il socio-assistenziale, le Asl e i distretti sanitari. Per quanto riguarda la Regione, i sindacati sono convinti che si debba proseguire nel confronto che, nei cinque anni passati di governo del centro- sinistra, ha permesso di raggiungere buoni risultati come l’esenzione dei ticket sui farmaci per le famiglie con reddito inferiore ai 36 mila euro, l’inserimento delle tre fasce d’addizionale Irpef regionale (prima erano 2) e l’assegno di cura per l’assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti.
Cosa chiedono quindi i sindacati alla nuova giunta? Abolizione totale dei ticket, applicazione della progressività per l’addizionale Irpef, fondo regionale per la non autosufficienza e abbattimento delle liste d’attesa. A livello territoriale, Vercelli e provincia, ha l’esigenza di rimuovere gli ostacoli che le amministrazioni degli enti locali frappongono al confronto con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e in particolare a quelli che rappresentano gli anziani e i pensionati, riconoscendo ad essi il ruolo di rappresentanza sociale che compete loro, anche in forza delle decine di migliaia di iscritti.
Qualità e costi dei servizi erogati, sono un primo terreno di possibile confronto, proprio nella fase di preparazione dei bilanci comunali. Poi gli interventi socio-assistenziali, uniformando i criteri e i trattamenti, per assicurare in tutto il territorio pari assistenza. Vigilare e, dove necessario, rivendicare e avviare azioni conseguenti, il diritto per tutti ad una assistenza sanitaria di qualità, a partire dagli ospedali della provincia, pur consapevoli che la salute va tutelata a partire dal territorio, anche in alternativa all’ospedalizzazione. In questo senso la prevenzione diventa fondamentale, intesa come interventi sul territorio che rimuovano gli elementi di nocività, per i quali diventa primaria un’analisi epidemiologica ed il registro tumori che l’Asl di Vercelli sta avviando.

Nel 2008 un italiano su quattro non ha pagato le tasse!

category Articoli 18 Febbraio 2010

Scritto dal Sole 24 ore

Il 27% dei contribuenti italiani – pari a poco più di 11,2 milioni – non paga l’Irpef per effetto «sia del basso reddito che delle deduzioni e delle detrazioni». È quanto emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta 2007, presentate quindi nel 2008, le cui statistiche sono state diffuse dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.

Da notare che la forte presenza di contribuenti a zero Irpef si registra nonostante rispetto al periodo d’imposta precedente vi sia stato un aumento del 2,2% del numero totale (ora 41,663 milioni) e anche un incremento del 4,2% del reddito complessivo (pari a 772 miliardi di euro) e dell’imposta netta dichiarata (pari a 142,4 miliardi di euro). Confrontato al 2006 il reddito complessivo medio (pari a 18.661 euro) è aumentato su base nazionale dell’1,9%, con un incremento minimo nelle Isole e massimo nelle regioni del Nord-est.

I contribuenti italiani hanno pagato in media nel 2008 un’Irpef pari al 18,4% del proprio reddito, pari a 4.670 euro. Inoltre, la metà dei contribuenti non supera i 15mila euro di reddito e, più in generale, il 91% dichiara redditi non superiori a 35mila euro e poco meno dell`1% dichiara redditi superiori a 100mila euro annui. Il 52% dell`imposta è pagata dal 12% dei contribuenti con redditi oltre i 35mila euro. L’analisi degli indici della progressività dell’imposta, spiega il Tesoro, mostra un lieve aumento dell’effetto redistributivo dell’Irpef tra l’anno d’imposta 2006 e il 2007.

Il tipo di reddito dichiarato, infine, deriva per il 78% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, per il 5,5% da redditi da partecipazione, per il 5% da redditi di impresa e per il 4,2% da redditi da lavoro autonomo. Tuttavia, precisa il Tesoro, i redditi da lavoro autonomo presentano un valore medio più alto (pari a 37.120 euro, circa il doppio del reddito complessivo medio), mentre i redditi da pensione quello più basso (pari a 13.436 euro).

Società di capitali +4,1%: in perdita quasi una su due, al Nord reddito positivo
Nel 2007 le dichiarazioni delle società di capitali hanno raggiunto il milione di unità, con un aumento di circa il 4,1% rispetto al 2006. L’85% sono Srl e due terzi di esse hanno una dimensione limitata, con componenti positivi Irap minori di 500mila euro. Circa la metà delle società opera in tre settori produttivi: commercio (19%), costruzioni (18%) e attività manifatturiere (14%).

Quasi una società su due risulta in perdita. Dalle statistiche emerge che «la quota di società con imposta netta positiva ha raggiunto il 52,6% del totale (circa 526.000), quota sostanzialmente identica a quella del 2006 (+0.2%)». Le società con reddito positivo sono localizzate principalmente nelle regioni del Nord. La distribuzione dell’imposta complessiva è concentrata nelle imprese di dimensioni maggiori: lo 0,8% delle società dichiara il 58% dell’imposta ed il 53% delle società minori (fino a mezzo milione di euro di componenti positivi Irap) dichiara solo il 5,3% dell’imposta.

I soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap per il periodo d’imposta 2007 sono 5.638.935 (-1,62% rispetto al 2006). Tale diminuzione, spiega il ministero, «è stata determinata anche dagli interventi giurisprudenziali e amministrativi sui requisiti di “autonoma organizzazione” dei lavoratori autonomi».

Il 70% dei soggetti Irap ha dichiarato un’imposta per un ammontare di 36,8 miliardi di euro. La distribuzione territoriale, sulla base del luogo in cui è svolta l`attività produttiva, evidenzia che il 56% dell`imposta è prodotta al Nord. Al Centro e al Sud è accentuato il fenomeno di attività svolta nel territorio di regioni diverse da quella in cui è domiciliato il soggetto passivo: al Centro l’imposta dichiarata è il 31,50% del totale e quella prodotta il 22,84%, al Sud invece il rapporto si inverte con il 9,81% di imposta dichiarata e 14,28% di imposta prodotta. (Al.An.)

il Libro Bianco di Sacconi è una scelta pericolosa per le persone non autosufficienti

category Articoli 12 Maggio 2009

Lo Spi Cgil ha già dato un giudizio non positivo sul Libro Verde di Sacconi. Ora viene presentato il Libro Bianco. Ci sembra doveroso fare alcune prime considerazioni di metodo e di merito sul testo presentato nella giornata di ieri dal Ministro Sacconi.
Per quanto riguarda il metodo, appare paradossale come l’intenzione dichiarata di un cambiamento radicale e strutturale negli assetti di tutti gli istituti fondamentali che caratterizzano i diritti sociali, di cittadinanza, nell’accesso al lavoro e sul lavoro sia stata contraddetta da una mancanza assoluta di confronto con le parti sociali.
Nell’impianto il Libro Bianco con la pretesa di costruire il futuro del modello sociale utilizza un passato che ci siamo lasciato alle spalle 30 anni fa con il passaggio dal sistema mutualistico-assicurativo al Servizio sanitario Nazionale.
In tale direzione a nostro avviso va la risposta che il Libro Bianco dà alle persone non autosufficienti. Nello specifico viene prevista la costituzione di un apposito strumento finanziario dedicato alle persone non autosufficienti da realizzare mediante risorse pubbliche e risorse private e la previsione di forme specifiche di assicurazioni private. Anche e soprattutto di fronte agli effetti della crisi mondiale che sta interessando milioni di lavoratori e di pensionati è sbagliata l’ipotesi che ciascuno, in ragione della propria capacità di disporre risorse, dovrà costruirsi adeguati livelli di copertura sui rischi di malattia e di non autosufficienza. Per questa strada viene delineato non tanto e non solo un processo di privatizzazione, quanto di corporativizzazione dei bisogni per categorie economiche, produttive, sociali e culturali.
Ed è sicuramente questo il carattere distruttivo contenuto nel Libro Bianco. Sarebbe opportuno, invece, che il Governo, al di là dei colori dei Libri, mettesse a disposizione nella prossima legge finanziaria le risorse necessarie a finanziare, con risorse congrue, il Fondo per la non autosufficienza che il Ministro Tremonti, a partire dal 2010, ne ha cancellato il finanziamento.
Carla Cantone Segretaria generale SPI
libro-bianco-maggio-2009Scarica qui il Libro bianco sul welfare

4 aprile la CGIL in piazza a Roma

category Articoli, Eventi 10 Marzo 2009

banner-io-conto2baner-futuro-si
manifesto4aprile

Appuntamento a Roma, Circo Massimo. In gioco non solo salari e pensioni, in una crisi economica che il governo non sa affrontare, ma anche le regole della democrazia. Dall’accordo separato sui contatti al diritto di sciopero

Previsti 45 treni e un numero di pullman compreso tra i 6 e gli 8 mila. I cortei che confluiranno al Circo Massimo saranno 6 e partiranno da piazza della Repubblica, piazza del Popolo, stazione Tiburtina, piazza Ragusa, piazzale dei Partigiani e piazza dei Navigatori. Intensa l’attività di preparazione sul territorio: finora sono state già svolte 17 mila assemblee, con l’obiettivo di arrivare a 30 mila e coinvolgere centinaia di migliaia di lavoratori
Vai allo speciale di Rassegna Sindacale

bonus famiglia

category Articoli 1 Marzo 2009

Bonus famiglia: il tempo è scaduto, solo in 2 milioni e mezzo hanno presentato la domanda Dove sono finiti gli 8 milioni di Tremonti?

Come è già accaduto per la Social card, alla fine i conti del governo si sono rivelati sbagliati. I dati di Canepari, presidente della Consulta dei Caf.

test

Bonus famiglia, test di spettanza online

L’Agenzia delle Entrate ha messo in rete un test per stabilire a chi compete il bonus

Rispondendo a poche domande è possibile sapere se si ha diritto a chiedere il “bonus famiglia” conoscendone, in caso positivo, anche l’importo.