Laura Bianchini (le 21 donne costituenti)

Laura Bianchini (Castenedolo, 23 agosto 1903 – Roma, 27 settembre 1983) è stata una politica e partigiana italiana.

Figlia di Domenico e Caterina Ariccia, Laura nasce in una modesta famiglia. Si laurea, con molti sacrifici, in filosofia e pedagogia presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano . Insegnante e giornalista pubblicista, inizia la sua carriera di docente prima presso la scuola magistrale di Brescia e successivamente presso il Liceo Arnaldo, lo storico liceo classico della città. Partigiana delle formazioni bianche (cattoliche) dopo l’8 settembre 1943. Si occupò in quel periodo di coordinare la stampa clandestina de Il Ribelle.

Eletta deputato all’Assemblea costituente nel 1946 per la Democrazia Cristiana, nelle file dei cristiano sociali, di Giuseppe Dossetti

Nel 1948 fu eletta nel collegio di Brescia per la DC deputato alla Camera. Fece parte della Commissione Istruzione e Belle arti.

Bianca Bianchi (le donne costituenti)

Bianca Bianchi (Vicchio, 31 luglio 1914 – Firenze, 9 luglio 2000) è stata un’insegnante, politica e scrittrice italiana.

Alla morte del padre, fabbro del paese e attivo socialista, si trasferisce a Rufina, presso la famiglia materna, in seguito a Firenze per proseguire gli studi.

Insegnante a,  Genova Bolzaneto, poi a Cremona, incontra difficoltà e ostacoli, fino a perdere il lavoro, a causa delle divergenze con i superiori sul modo indipendente di condurre le lezioni, per la volontà ad esempio di non tralasciare la cultura e la civiltà ebraica, escluse invece dal programma didattico di stato. Accetta dunque la proposta di un incarico di insegnante di lingua italiana in Bulgaria, dal dicembre 1941. Nel giugno 1942 torna in Italia e, dopo breve un periodo nel quale si stabilisce nuovamente a Rufina, rientra a Firenze alla caduta di Mussolini.

Prende parte alle riunioni del Partito d’Azione, a volantinaggi antifascisti e ad un trasporto di armi per i partigiani. Nel 1945 si iscrive al PSIUP di Giuseppe Saragat e di Pietro Nenni. Collabora a diversi giornali politici

Alle elezioni del 2 giugno 1946 viene eletta all’Assemblea Costituente, una delle 21 donne su 556 membri, raccogliendo più del doppio dei consensi del capolista Sandro Pertini. Vive tra Firenze e Roma. Durante la sua partecipazione alla Costituente interviene sui problemi della scuola, delle pensioni e dell’occupazione. Nel gennaio del 1947 segue il gruppo di Saragat nella scissione di Palazzo Barberini che dà vita al nuovo partito PSLI, poi PSDI.

Nel 1948, candidata in Sicilia è eletta nella I Legislatura per la Lista di unità socialista. Nel 1949 presenta la prima di una serie di proposte di legge sul tema della tutela giuridica dei figli naturali, tra l’altro al fine di rendere maggiormente attuabile il riconoscimento della paternità, moltiplicando le eccezioni al divieto di ricerca. Il progetto legislativo incontra notevoli resistenze e sarà approvato solo nel 1953.

Interrotta l’esperienza politica, dagli anni cinquanta si dedica allo studio dei temi dell’educazione e alla creazione della Scuola d’Europa di Montesenario, un istituto modello per ragazzi della elementare e media. Le idee che muovono questa esperienza, per molti aspetti sperimentale e all’avanguardia, sono espresse nei saggi: Amicizia per i nostri figli e L’esperienza di un’educazione nuova alla Scuola d’Europa. Negli stessi anni collabora al quotidiano “La Nazione” di Firenze, curando la rubrica “Occhio ai ragazzi”, rivolta ai problemi educativi.

Dal 1970 al 1975 è eletta consigliere comunale di Firenze nelle liste del PSDI, ricoprendo la carica di vicesindaco.

A partire da questi anni si dedica anche all’attività di scrittrice, con opere di carattere autobiografico. Torna ad abitare a Vicchio, “… eterno, unico, paese dell’anima, casa mia.” Si spegne a Firenze il 9 luglio del 2000.

Adele Bei (le 21 donne costituenti)

Adele Bei (Cantiano, 4 maggio 1904 – Roma, 15 ottobre 1976),

Entrata nel Partito comunista nel 1925, successivamente espatriò in Francia, da dove compì numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgere attività di collegamento tra militanti antifascisti. Nel 1933 venne arrestata e condannata dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a diciotto anni di reclusione. Scontò sette anni e mezzo cui si aggiunsero due e mezzo di confino; fu liberata nell’agosto del 1943. Dopo l’8 settembre 1943, partecipò alla lotta partigiana a Roma, con il compito di organizzare le masse femminili.

Insieme alle altre dirigenti del Partito comunista clandestino (Laura Lombardo Radice, Marcella Lapiccirella, Egle Gualdi ecc.), Adele Bei idea e organizza gli assalti ai forni delle donne romane, evitando le comunicazioni telefoniche ma, grazie ai passa parola, coinvolgendo il maggior numero di donne possibile, l’azione si conclude cruentemente con l’uccisione di Caterina Martinelli, madre di sei figli, per uno sfilatino nella borsa della spesa. Si risolve violentemente anche l’assalto al forno Tesei, il 7 aprile 1944, con l’eccidio di dieci donne presso il Ponte dell’Industria.

Dopo la Liberazione, Adele Bei entrò a far parte della Consulta nazionale su designazione della CGIL. Il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana, dove sedette come componente del gruppo parlamentare comunista: in particolare lavorò nella Terza commissione per l’esame dei disegni di legge. Nel corso della I legislatura (1948-1953) sedette al Senato della Repubblica, unica donna fra i 106 senatori di diritto nominati in accordo con la III disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana.

Maria Agamben Federici (le 21 donne Costituenti)

Maria Federici Agamben (L’Aquila, 19 settembre 1899 – Roma, 28 luglio 1984) è stata una politica, antifascista e partigiana italiana, deputato della Democrazia Cristiana.

Laureata in lettere e insegnante, dopo l’8 settembre 1943 prese parte alla Resistenza a Roma; il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana, dove sedette come componente del gruppo parlamentare Democratico cristiano.

Insieme a Teresa Noce (PCI), Nilde Iotti (PCI), Lina Merlin (PSI) e Angela Gotelli (Democrazia Cristiana) fu una delle cinque donne entrate a far parte della commissione speciale presieduta da Meuccio Ruini incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula, divenuta nota col nome di Commissione dei 75; in particolare lavorò nella terza sottocommissione, relativa ai diritti e doveri economico-sociali.

Successivamente, nel 1948, nella prima legislatura del parlamento repubblicano, fu eletta alla Camera dei deputati nel collegio di Perugia. Fu componente della XI Commissione (Lavoro e Previdenza sociale) e della Commissione parlamentare di inchiesta sulla disoccupazione. Nel 1947 fondò l’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), della quale rimase presidente fino al 1981, e si occupò a lungo dei problemi dell’emigrazione. Ha ricoperto le cariche di delegata nazionale delle ACLI e di presidente del Centro italiano femminile (CIF), del quale era stata nel 1944 una delle fondatrici. Maria Agamben ha sposato il commediografo aquilano Mario Federici (1900-1975).

70 anni della Costituzione, le donne Costituenti

In Italia le donne votarono per la prima volta il 2 giugno 1946 nel referendum che istituì la Repubblica e alle contemporanee elezioni politiche dell’Assemblea Costituente, 21 donne vennero elette.

Lo SPI Cgil Vercelli Valsesia per onorare questa ricorrenza pubblicherà ogni settimana una breve scheda per ciascuna delle 21 donne Costituenti per ricordarne il fondamentale ruolo svolto nella nostra recente storia politica e sociale del Novecento.

Il 27 dicembre 1947 veniva promulgata la Costituzione Italiana.

Invito giornata “Paura non abbiamo”

Manifestazione nazionale “Mai più fascismi mai più razzismi” Roma 24 febbraio 2018

Mai più fascismi, mai più razzismi’

La Cgil, insieme alle altre ventidue organizzazioni promotrici dell’appello, scenderà in piazza a Roma sabato 24 febbraio per la manifestazione nazionale ‘Mai più fascismi, mai più razzismi’. Il concentramento è previsto alle ore 13.30 in piazza della Repubblica e il corteo sfilerà fino a raggiungere piazza del Popolo, dove alle ore 15 inizieranno gli interventi dal palco. Partecipano Susanna Camusso e tutta la segreteria nazionale della Cgil.

Appello dei promotori alla partecipazione:

Diamo vita insieme a Roma, capitale della Repubblica nata dall’antifascismo e dalla Resistenza, ad una manifestazione che dev’essere davvero grande, popolare, pacifica, partecipata, patrimonio di quanti hanno a cuore l’inalienabile valore della libertà. Lo chiediamo a tutte le persone, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani, alle ragazze, agli anziani, alle famiglie, alle comunità, indipendentemente dalle opinioni politiche, dal credo religioso e dai luoghi di provenienza.

L’Italia democratica, solidale, responsabile, civile deve alzare la testa e, unita, contrastare con gli strumenti della democrazia, del dialogo, della cultura e della partecipazione ogni deriva razzista, oscurantista, autoritaria ed ogni irresponsabile demagogia che fomenta paure, rancori, xenofobie. L’emigrazione è un irreversibile fenomeno di cui bisogna analizzare cause e responsabilità; coinvolge l’intera Europa e non si risolve con muri e barriere. La gestione delle politiche migratorie dev’essere una gestione sana e propositiva, che crei davvero le condizioni per una piena integrazione sociale nel rispetto del dettato costituzionale.

Il tragico tiro al bersaglio di Macerata contro inermi migranti conferma che il tema del razzismo e del fascismo è drammaticamente all’ordine del giorno; chi minimizza o addirittura sostiene i comportamenti criminali come la tentata strage è allo stesso modo corresponsabile della diffusione di pulsioni razziste e fasciste oggi presenti in segmenti per fortuna minoritari della popolazione. Ma esiste un’altra Italia, quella del volontariato, dell’associazionismo, della convivenza, della solidarietà, delle lotte democratiche; a questa Italia noi vogliamo dare voce.

L’ininterrotta sequenza di intimidazioni e atti di violenza fascista e razzista di questi mesi, come la provocazione di Como, ha messo in pericolo la sicurezza di tutte e di tutti, che dev’essere garantita dallo Stato democratico attraverso la partecipazione popolare, la promozione dell’eguaglianza sociale, l’integrazione, la conoscenza, la formazione civile e la coesione sociale, l’attività delle forze dell’ordine.

Con la manifestazione nazionale e unitaria del 24 febbraio, dopo le iniziative dei mesi scorsi a cominciare dal 28 ottobre 2017 e dopo le manifestazioni a Macerata e in molte altre città d’Italia, si deve rafforzare un paziente lavoro di valorizzazione della dignità della persona, dell’apprendimento culturale fin dall’età scolare, del recupero e della trasmissione della memoria, per riaffermare il valore della Costituzione e della sua piena attuazione. Fascismi e razzismi hanno provocato nel 900 le più sconvolgenti tragedie della nostra storia. Mai più!

Appello nazionale

“MAI PIÙ FASCISMI”

Associazioni, sindacati, partiti, movimenti democratici a tutte le istituzioni repubblicane.

Noi, cittadine e cittadini democratici, lanciamo questo appello alle istituzioni repubblicane.

Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia.

Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali.

Fenomeni analoghi stanno avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell’est, e si manifestano specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente avvenuto a Varsavia, persino con atti di repressione e di persecuzione verso le opposizioni.

Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale.

Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi.

Per questo, uniti, invitiamo le Istituzioni a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell’attuazione della Costituzione.

Per questo, uniti, lanciamo un allarme democratico richiamando alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo.

Per questo, uniti, esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti, ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali.

Per questo, uniti, chiediamo che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere sciogliendole per legge, come già avvenuto in alcuni casi negli anni 70 e come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione.

Per questo, uniti, come primo impegno verso una più vasta mobilitazione popolare e nazionale invitiamo a sottoscrivere questo appello le cittadine e i cittadini, le associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali. L’esperienza della Resistenza ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la conoscenza, con l’unità democratica, con la fermezza delle Istituzioni.

Nel nostro Paese già un’altra volta la debolezza dello Stato rese possibile l’avventura fascista che portò sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell’umanità. L’Italia, l’Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo. Dicemmo “Mai più!”; oggi, ancora più forte, gridiamo “Mai più!”.

ACLI – ANED – ANPI – ANPPIA – ARCI – ARS – ARTICOLO 21 – CGIL – CISL – COMITATI DOSSETTI – COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE – FIAP – FIVL – ISTITUTO ALCIDE CERVI – L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS – LIBERA – LIBERI E UGUALI – LIBERTA’ E GIUSTIZIA – PCI – PD – PRC – UIL – UISP

Assemblea donne spi-cgil 27 Novembre 2017