La CGIL non firma

category Accordi 16 Aprile 2009

La Cgil non ha sottoscritto l’intesa sulla riforma del modello contrattuale che Confindustria, Cisl e Uil hanno firmato ieri sera.
“Con la firma di stasera dell’intesa di attuazione dell’accordo quadro separato del 22 gennaio, per quanto ne sia un atto conseguente, si conferma la scelta di un modello di assetti contrattuali non condiviso dal sindacato più rappresentativo”. E’ quanto si legge nel testo di una lettera consegnata dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
La lettera di Epifani a confindustria
accordointerconfederale-15-aprile1
dichiarazione-gulgielmo-epifani-accordo-separato-15-aprile1
regolamentocomitatoparitetico-15-aprile1

in una scheda di Rassegna.it i motivi del no

SCHEDA / LA CGIL SPIEGA LE RAGIONI DEL NO

CONTRATTAZIONE. Il nuovo modello contrattuale non allarga la contrattazione ma, al contrario, la riduce. L’accordo separato conferma i due livelli, ovvero il contratto collettivo nazionale di lavoro e la contrattazione di secondo livello. La declinazione è poi rimandata a specifiche intese ma si evince che, riguardo al secondo livello, ci si limiterà alla “attuale prassi” senza quindi un concreto allargamento della contrattazione. Si prefigura così un modello rigido senza alcun punto di innovazione.

SALARI. L’aumento contrattuale deriverà dall’Ipca (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione) depurato dai prodotti energetici e la verifica su eventuali scostamenti si fa sempre rispetto all’inflazione depurata. Non si recupera così mai l’inflazione effettiva. Il valore punto, o la base di calcolo, su cui misurare la tutela del potere d’acquisto nei contratti viene ridotto e che determinerà una perdita strutturale e definitiva. Il solo utilizzo di un valore punto basato sui minimi tabellari (mediamente 15,74 euro) e, pertanto, tra il 10% e il 30% più basso del valore punto attualmente adottato dalle categorie (mediamente 18 euro).
SOGGETTI TERZI. Il soggetto terzo deputato a calcolare il nuovo metro inflattivo, cioè l’Ipca, dovrebbe essere l’Isae che è un ente pubblico di ricerca legato al Ministero del Tesoro e per questo non corrisponde a caratteristiche di imparzialità nella contrattazione.
DEROGABILITA’. Nel testo dell’accordo separato si prevede la possibilità di deroghe sia per crisi sia per sviluppo ai contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria. Un punto che rischia di diventare un punto di riferimento obbligato per le scelte contrattuali. Una cosa sarebbe prevedere, limitatamente ai casi di crisi aziendale, forme positive di intervento. Altra è prevedere una derogabilità dal contratto nazionale che può scatenare una competizione sleale tra le imprese e al ribasso per i lavoratori.

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