“L’Italia canti ‘Bellaciao’ in ogni casa. C’è bisogno di speranza e unità”
L’appuntamento è alle ore 15: dai balconi e dalle finestre l’Associazione nazionale partigiani invita gli italiani a intonare il canto della Resistenza
Per l’emergenza COVID-19 prorogata fino al 30 giugno 2020 l’esenzione E02 per i disoccupati e i loro familiari a carico
Su proposta dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, la Giunta regionale ha confermato fino al 31 marzo 2021 la validità delle autocertificazioni di esenzione per reddito dalla compartecipazione alla spesa sanitaria per la specialistica riguardanti le seguenti categorie:
cittadini
di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni,
appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non
superiore a euro 36.151,98 (il minore al compimento del sesto anno non
potrà più usufruire di tale esenzione) – codice E01
titolari di assegno (ex pensione) sociale e loro familiari a carico – codice E03
titolari
di pensioni al minimo di età superiore a sessant’anni e loro familiari a
carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo
inferiore a euro 8.263,31, incrementato fino a euro 11.362,05 in
presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori euro 516,46 per ogni
figlio a carico – codice E04
In considerazione dell’emergenza Covid 19 e quindi della necessità di evitare gli affollamenti agli sportelli delle Asl, la Giunta regionale ha deciso la proroga sino al 30 giugno 2020, per i cittadini in possesso dell’autocertificazione di esenzione con il codice E02: disoccupati
e loro familiari a carico, con un reddito complessivo inferiore a euro
8.263,31, incrementato fino a euro 11.362,05 in presenza del coniuge ed
in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico, in
possesso di auto-certificazione valida sino al 31 marzo 2020.
Il cittadino può presentare l’autocertificazione in via telematica,
attraverso il sistema pubblico di identità digitale (SPID) o in
alternativa con credenziali di tessera sanitaria con microchip (Tessera
sanitaria – Carta nazionale dei servizi) o qualsiasi altra Carta
Nazionale Servizi.
Si precisa che, in caso di eventuale perdita dei requisiti di reddito che danno diritto all’esenzione,
l’assistito è tenuto a darne tempestiva comunicazione all’ASL, anche
attraverso la funzionalità telematica, per la cessazione del diritto
all’esenzione e, pertanto, a non utilizzare più il certificato di
esenzione per reddito.
Si ricorda che eventuali abusi di utilizzo del certificato di esenzione, in mancanza dei requisiti prescritti dalla legge, comportano responsabilità amministrative e penali.
Proroga dei termini di presentazione delle dichiarazioni relative alleCampagne ordinaria RED 2019 (per l’anno reddito 2018) e Solleciti 2018 (anno reddito 2017), REDEST 2019 anno reddito 2018, INV CIV ordinaria 2019 e Solleciti 2018
Tenuto conto del
protrarsi della situazione di emergenza sanitaria in atto sul territorio
nazionale per la diffusione del virus c.d. “COVID -19”, per facilitare gli
adempimenti in capo ai soggetti tenuti all’adempimento dichiarativo di cui
trattasi, il termine di conclusione delle Campagne RED ordinaria 2019
(anno reddito 2018) e Solleciti 2018 (anno reddito 2017), INV CIV ordinaria
2019 e Solleciti 2018, già differito al 31 marzo 2020 con messaggio n. 946 del
05/03/20, viene ulteriormente prorogato al 18 maggio 2020.
Pertanto, fino alla
data del 18 maggio 2020 per la presentazione delle dichiarazioni reddituali
(Modelli RED – Campagna ordinaria 2019 e Solleciti 2018) e delle dichiarazioni
di responsabilità (Campagna INV CIV ordinaria 2019 – Modelli ACC.AS/PS) e
Campagna Solleciti 2018 (Modelli ICLAV e ICRIC frequenza) continueranno ad
essere a disposizione dei cittadini il Contact Center integrato dell’Istituto,
i servizi online, accessibili dal
portale internet, “RED semplificato” e “Dichiarazioni di responsabilità”, e le
Strutture territoriali dell’Istituto.
Come
specificato nel messaggio n. 2658 del 11/07/2019, dal momento che sono state
stipulate specifiche convenzioni per la fornitura delle informazioni da parte
delle Amministrazioni competenti, sono state escluse dal servizio affidato ai
CAF e ai soggetti
abilitati all’assistenza fiscale le dichiarazioni aventi ad oggetto l’eventuale frequenza scolastica dei titolari di prestazioni assistenziali (ICRIC FREQUENZA) e le informazioni relative all’eventuale svolgimento di attività lavorativa da parte dei titolari delle prestazioni di invalidità civile (ICLAV) avvenuti nell’anno 2018.
Con grande dolore e partecipazione ai familiari, la lega Spi di vercelli e lo Spi Vercelli-Valsesia comunicano che la scorsa notte ci ha lasciato la compagna e partigiana Bonardo Annita detta Mimma.
Mimma è stata per tutta la vita orgogliosamente di “parte”, comunista e partigiana, questo è stato il suo stile di vita e questo ha perseguito coerentemente con quanto appreso nel periodo del nazifascismo.
Ci ha insegnato a non tirarci mai indietro nel rivendicare e difendere le conquiste di quel periodo storico e a non darle mai del tutto per acquisite, a non girare mai la testa di fronte alle ingiustizie e a discutere sempre e con tutti.
Questa sua eredità cercheremo di portare avanti nel miglior modo possibile coerentemente con i suoi valori e la sua storia.
La lega Spi di Vercelli con tutti i suoi iscritti porge i suoi più affettosi auguri alla nostra iscritta Ivaldi Adele Maria che l’8 marzo ha compiuto 100 anni.
In occasione dell’8 marzo 2020, a causa del coronavirus non potremo essere nelle piazze italiane e del mondo come previsto dai movimenti femministi.
Vogliamo comunque essere presenti e far
sentire la nostra voce di donne giovani e pensionate ed esporre le nostre
rivendicazioni.
La povertà femminile continua ad aumentare. Siamo il quart’ultimo paese in Europa per occupazione femminile: solo il 48% delle donne ha accesso al lavoro e spesso si tratta di lavoro precario, svalutato, mal pagato!
Ancora oggi, le donne sono
retribuite in media il 23% in meno rispetto ai colleghi
uomini, anche quando più istruite; il differenziale salariale cresce col
crescere del livello dell’istruzione, raggiungendo un picco del 38,5%.
Sono più di 1.400.000 le donne
che hanno subito molestie sul luogo di lavoro.
La Legge 194 è sottoposta a pesanti
limitazioni che ne impediscono la piena applicazione, l’obiezione di coscienza,
oggi, è pari al 78% tra i ginecologi e del 48% tra gli anestesisti. Tale
situazione che in alcune Regioni supera il 90%, annulla il diritto sancito
dalla Legge.
Oggi la Legge 194 nel nostro Paese continua ad
essere obiettivo di attacchi retrogradi e populisti, veicolati da dichiarazioni
“ignoranti” e “razziste” che chiedono di scaricare i costi su quelle aree
sociali che subiscono” l’abuso della migrazione”.
Un omicidio su due
avviene in famiglia e le vittime per il 67% dei casi sono donne. I
percorsi di fuoriuscita dalla violenza non prevedono alcuna forma di sussidio,
i finanziamenti pubblici ai centri
antiviolenza sono pari a 0,76 centesimi per ogni donna che si rivolge
a loro.
Sono più di un milione le donne che
dal 2003 a oggi denunciano di aver subito pratiche mediche violente o
degradanti in sala parto.
Questi sono solo alcuni dei numeri
che raccontano il contesto di disuguaglianza, discriminazione, ingiustizia in
cui viviamo. Contesto che conosciamo bene, perché è quello contro cuilottiamo,
affermando che violenza di genere è
anche, e non secondariamente, violenza economica, che passa, in
modo sistemico, per condizioni di sfruttamento volte a minare l’autonomia e
l’autodeterminazione delle donne.
Pensiamo sia necessario dare
continuità al processo di trasformazione culturale e sociale aperto da ormai
quattro anni dai movimenti femministi e, a maggior ragione in questo
particolare contesto storico e politico. Riteniamo urgente denunciare la
condizione di discriminazione strutturale che riguarda le donne migranti e, di
conseguenza, tutte le figure precarie e non pienamente garantite che vivono
e lavorano nel nostro paese.
I luoghi di lavoro non possono
continuare a riprodurre questo stato di cose; le condizioni di lavoro non
possono infliggere ancora tanta diseguaglianza: le lavoratrici troveranno
la forza di reagire e rivendicare quel che spetta loro.
Noi donne:
Vogliamo
parità salariale, un salario degno, un salario minimo almeno
a livello europeo e un reddito che sia di autodeterminazione, e non
strumento di ricatto e di nuova schiavitù, perché senza autonomia
economica non si esce dalla violenza e non c’è libertà.
Vogliamo
congedi dimaternità/paternità e parentali retribuiti al 100%, di uguale
durata per entrambi i genitori ed estesi a tutte le tipologie
contrattuali.
Vogliamo
un welfare inclusivo e universale senza discriminazioni
in base allo status, al genere, al reddito o alla morale dominante.
Vogliamo
case rifugio, centri antiviolenza,
case delle donne e consultori laici, aperti e autogestiti dalle
donne.
Vogliamo
l’abrogazione dei decreti sicurezza che moltiplicano
violenza, razzismo e sfruttamento dentro e fuori i confini, soprattutto
sui corpi delle donne, e che sanzionano il diritto di manifestare.
Vogliamo
l’abrogazione della Legge Bossi
Fini e la chiusura dei Cpr (centri per il rimpatrio).
Vogliamo
un permesso di soggiorno europeo
senza vincoli lavorativi e familiari per la libertà di movimento per le
migranti e i migranti.
Vogliamo
la cittadinanza per chi nasce e
cresce in Italia.
Vogliamo
un’Europa capace di intervenire
umanitariamente sulle emergenze migratorie nel Mediterraneo, con una voce
comune.
Vogliamo un altro modello di sviluppo che
rilegga i consumi e la qualità ambientale e della vita con la lente della
redistribuzione della ricchezza, e della giustizia ambientale.
Chiediamo di dare un segnale chiaro, pubblico, di sostegno concreto alla lotta che le donne stanno portando avanti da anni e che riguarda tutti.
La Cgil ha rilasciato una nota che definisce la posizione della confederazione al riguardo dell referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari che si terrà il 29 marzo prossimo.
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